Sempre coerente, sempre presente. Da venticinque anni

Un quarto di secolo. Un tempo lunghissimo per i canoni della politica odierna. E’ quanto è passato dal 26 gennaio 1994, giorno in cui Silvio Berlusconi decise di “scendere in campo”, per usare un’espressione che ci riporta proprio a quei giorni.

Avevo poco più di vent’anni. E mi apprestavo ad esprimere il mio secondo voto politico, il primo della cosiddetta Seconda Repubblica.

Allora mi definivo vagamente “di destra”, vuoi per avversione al mainstream dominante in una provincia “rossa” come quella torinese (sono sempre stato un bastian contrario, non propriamente un pregio detto fra noi, ndr), vuoi soprattutto per storia famigliare. Tuttavia, non ritenendo adeguata l’offerta politica dell’allora Destra Nazionale, soprattutto per la sua vocazione alla mera testimonianza, probabilmente il mio voto sarebbe andato in altre direzioni.

Ma la nascita di Forza Italia fu per me la risposta. Una forza politica portatrice dei valori della Patria, della libertà, del merito e dell’impegno, filo-atlantica e federalista. Un movimento orientato ai programmi, alla soluzione dei problemi reali, alla concretezza, e competitivo per il governo del Paese, delle Regioni e delle Città, in ciò interprete della legge elettorale prevalentemente maggioritaria approvata solo pochi mesi prima. Non ebbi alcun dubbio, e affidai la mia (prima) fiducia a Silvio Berlusconi.

Da quel giorno sono passati, appunto, i venticinque anni che festeggiamo oggi. La mia passione politica mi ha portato ad occuparmene in prima persona, consentendomi pochi mesi fa – dopo una giusta gavetta nel movimento giovanile, nelle strutture del partito e nelle Amministrazioni locali – di rappresentare migliaia di elettori alla Camera dei Deputati, con la vittoria, non scontata, nel collegio uninominale di Settimo Torinese.

Sempre coerente, sempre presente: con questo slogan ho affrontato quella competizione e mi sono presentato agli elettori. Uno slogan magari banale, ma in grado di descrivere in quattro parole il percorso che mi aveva portato fin lì.

Sempre coerente, perché pur con qualche posizione critica, essenzialmente su questioni locali, non ho mai pensato di lasciare Forza Italia e Silvio Berlusconi.

Sempre presente, perché non c’è stata iniziativa o manifestazione promossa dal mio partito cui non abbia partecipato attivamente. Le ricordo tutte, una ad una.

E anche oggi, nel venticinquesimo compleanno di Forza Italia, sono stato nei mercati, fra la gente, orgogliosamente con il gilet azzurro a fianco dei nostri militanti, sentendomi io stesso – seppur, al momento, con un ruolo molto importante nelle Istituzioni – uno di loro.

Con la grande mobilitazione odierna abbiamo riaffermato come Forza Italia sia centrale nel centrodestra italiano, perché è un movimento portatore di valori, di istanze e di progettualità quantomai attuali: è la rappresentanza politica del ceto medio che non si rassegna al livellamento verso il basso e, anzi, aspira a migliorare sia la propria condizione personale, sia quella della comunità in cui vive e opera.

Forza Italia è centrale, dunque, ha una storia e avrà certamente un grande futuro.

Buon compleanno a tutti noi, innamorati dell’Italia!