L’unica via per fronteggiare i danni da dissesto idrogeologico è semplificare e velocizzare le procedure

Il dissesto idrogeologico del nostro territorio continua ad essere gestito come un’emergenza, in occasione di ogni evento calamitoso. E’ chiaro a tutti, ormai, come sia invece una malattia cronica, e come tale vada trattata. Non è, infatti, un problema di risorse, come ci viene detto da più parti, ma di sempre nuovi adempimenti burocratici che, in realtà, sono veri e propri impedimenti, che dilatano in maniera inaccettabile i tempi per far partire i cantieri.

Il Governo ha il compito fondamentale di velocizzare tutte le procedure e di attivarsi il prima possibile, perché il tempo perso costa, anche in termini di vite umane. Oltre ai ritardi, abbiamo anche un problema di controlli, quindi di prevenzione del rischio. Serve realizzare un monitoraggio capillare di tutta la rete viaria, da quella autostradale a quella delle strade provinciali, abbandonate negli ultimi anni a causa dei tagli dei trasferimenti agli enti gestori decisi dai Governi guidati dal Pd, da Matteo Renzi in poi.

Attività di monitoraggio e di controllo di cui, peraltro, si sarebbe dovuta far carico l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali (ANSFISA), se non fosse ancora un ente fantasma e non operativo, pur essendo stata istituita più di un anno fa.

Non si puo’ lasciare al suo destino un territorio come l’Italia, ma bisogna intervenire subito, fare continua manutenzione per poter reggere anche episodi meteorologici di natura eccezionale come quelli che abbiamo registrato in Piemonte negli ultimi giorni.