Password di Stato? Il Ministro Pisano si occupi piuttosto di valorizzare le banche dati, mettendole al servizio di cittadini e imprese
Mi permetto di suggerire al Ministro Pisano di evitare di tornare sull’argomento dell’identità digitale e sulla cosiddetta “password di Stato” per accedervi, visto il dietrofront cui è stata costretta quando ne parlò qualche settimana fa e visto il legame del suo partito di appartenenza con la “Casaleggio Associati”.
Condivido, infatti, che l’innovazione debba essere “al centro del dibattito politico”, come lei stessa ha affermato intervenendo nella giornata di ieri all’evento “Intesa Sanpaolo, motore per lo sviluppo sostenibile e inclusivo”.
Tuttavia, ritengo che le priorità per il nostro Paese siano da ricercare nel sanare quelle inefficienze delle strutture pubbliche che, secondo Confindustria Digitale, costano circa 30 miliardi all’anno, cioè quasi due punti di PIL: penso al completamento dell’anagrafe nazionale della popolazione residente, che dovrebbe concludersi quest’anno ma che, ad oggi, coinvolge circa due terzi dei Comuni italiani; penso all’istituzione di un casellario delle prestazioni sociali che i vari enti pubblici erogano e che, in assenza di una piattaforma unica, rischiano di beneficiare i “furbetti” rispetto a chi ne ha davvero bisogno: stiamo parlando di una spesa che in Italia supera i 100 miliardi annui, e che è in continua crescita a causa dell’introduzione di ulteriori e costose misure assistenziali come il cosiddetto reddito di cittadinanza; penso all’incompletezza dei dati del casellario dei lavoratori attivi istituito nel 2005 presso l’INPS, che consentirebbe ad esempio ai cittadini di conoscere in tempo reale la propria posizione contributiva; penso, infine, ai software per la lettura del fascicolo sanitario elettronico, peraltro introdotto finora da sole 12 Regioni, che spesso non possono essere utilizzati dalle aziende ospedaliere per l’assenza di applicativi idonei, con l’ovvia conseguenza di moltiplicare esami e spesa sanitaria.
Insomma, servono interventi e investimenti per per offrire servizi innovativi ai cittadini e alle imprese, portando finalmente a termine i dossier aperti e lavorando sulla condivisione e sull’integrazione delle molteplici banche dati in possesso dei vari enti pubblici.