Un mese dopo aver promesso liquidità a cittadini e imprese, per il PD la priorità è introdurre nuove tasse sui redditi
Mentre siamo ancora in attesa di capire quando i cittadini e le imprese potranno finalmente vedere gli effetti della “potenza di fuoco” promessa da Conte con le misure, a suo dire, “poderose” del decreto liquidità, mentre i lavoratori dipendenti e le partite IVA vedono sfumare l’impegno preso dallo stesso Presidente del Consiglio di ricevere l’accredito della cassa integrazione e del bonus “entro il 15 aprile”, mentre nemmeno un euro dei circa 25 miliardi di scostamento del deficit autorizzati dal Parlamento ormai un mese fa è finito sui conti correnti di chi sta pagando il prezzo più alto per l’emergenza economica dovuta al coronavirus, in tutto questo quadro il PD, immediatamente superato a sinistra dai suoi alleati, pensa bene di introdurre una nuova tassa patrimoniale sul reddito, che va ad aggiungersi a quelle sugli immobili. Insomma, il risparmio degli italiani come soluzione alla crisi.
Peccato che si tratti di una misura del tutto propagandistica e di scarsa efficacia, che garantirebbe, forse, un livello di gettito minimo e comunque assolutamente insufficiente rispetto alla quantità di liquidità immediata necessaria per sostenere il nostro tessuto economico e che, al contrario, avrebbe degli effetti recessivi.