Forza Italia, distinti e distanti dal Governo, ma sempre dalla parte dell’Italia

Ho aderito a Forza Italia nel 1994 perché solo la discesa in campo del Presidente Berlusconi ha consentito la nascita di una coalizione di centrodestra competitiva per il Governo del Paese, sulla base di valori e programmi condivisi. Dopo quasi venticinque anni di impegno sul territorio sono stato eletto alla Camera dei Deputati, vincendo un collegio uninominale storicamente di sinistra e, quindi, fra i più difficili in Piemonte.

La mia storia, politica e non solo, mi pone dunque in netta contrapposizione a chi oggi si trova al Governo nazionale senza un preciso mandato popolare, ma solo a seguito di un accordo parlamentare frutto della spregiudicatezza e del trasformismo di chi era nato sull’onda di un insulto e voleva “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”.

E proprio perché mi ritengo saldamente nella metà campo del centrodestra, penso che la situazione di profonda crisi sanitaria, economica e sociale dell’Italia al tempo della seconda ondata del Covid sia da affrontare avendo come pensiero fisso il bene dell’Italia, che viene sempre prima di ogni valutazione di convenienza partitica o personale. E’ la posizione del Presidente Berlusconi. E’ la posizione di Forza Italia, che ha niente a che vedere con il sostegno all’attuale Governo ma che, al contrario, risponde alla necessità di limitarne i danni, proponendo in vista del lavoro in Parlamento per la Legge di bilancio alcune misure per la tutela di chi in questa fase non è garantito e si trova esposto a grandi difficoltà economiche a causa della pandemia.

Mi sbaglierò, ma l’eccezionale negatività del momento impone di occuparsi meno dei sondaggi e più delle soluzioni da mettere a disposizione dell’agenda politica, pur rimanendo “distinti e distanti” da un Governo che non ci rappresenta e che non rappresenta la maggioranza degli Italiani.