PA, lo sciopero voluto dai sindacati è intempestivo ed è un boomerang per i lavoratori pubblici
Al di là della partecipazione che si registrerà alla fine di questa giornata, che sono certo sarà molto inferiore alle aspettative dei promotori, lo sciopero della pubblica amministrazione, indetto per oggi dai vertici dalle principali organizzazioni sindacali, rischia di essere un boomerang per tutti i lavoratori del settore pubblico. Era proprio il caso di arrivare a tanto, specie in un momento come l’attuale, caratterizzato da almeno un milione di lavoratori dipendenti del settore privato a rischio licenziamento e milioni di lavoratori autonomi, partite IVA e professionisti in seria difficoltà per via delle restrizioni imposte dai dpcm del Governo Conte?
Questa protesta come minimo intempestiva, infatti, avrà come unico esito quello di consegnare all’opinione pubblica l’immagine di una distanza sempre maggiore fra chi, durante questa pandemia, ha comunque visto garantita la propria retribuzione e chi, al contrario, non ha avuto alcuna tutela, a parte i cosiddetti ristori, spesso del tutto insufficienti e, in tanti casi, addirittura inesistenti.
Nel merito, è evidente che la tutela e la valorizzazione del personale della PA, a cominciare dai comparti della sanità e della pubblica sicurezza, sia un elemento su cui il Governo debba impegnarsi: è per questo che il Ministro Dadone, che dichiara di far fatica a comprendere le ragioni dello sciopero odierno di CGIL-CISL-UIL, dovrebbe invece occuparsi di tutelare il comparto, magari prendendo posizione all’interno del Consiglio dei Ministri a favore dell’obbligo di individuare il contingente di personale delle strutture di missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fra i dirigenti e funzionari già in carico degli organici delle pubbliche amministrazioni, e non sulla base di una scelta fiduciaria e senza alcuna selezione meritocratica che è, al contrario, la direzione intrapresa dal Governo di cui fa parte.