E’ ora di rimettere al centro dell’agenda politica il completamento dell’anello tangenziale di Torino
Sul fatto che la chiusura dell’anello tangenziale di Torino – la cosiddetta “tangenziale est” – sia rimasta “nel libro dei sogni”, credo che non ci siano dubbi e che il richiamo in tal senso dell’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord-Ovest di Confindustria sia molto opportuno, anche per le parole usate nel rapporto 2020 appena pubblicato. Si tratta, dunque, di rimettere questo tema al centro dell’agenda politica, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, per dotare finalmente il territorio di un’opera strategica per il chierese e per il chivassese.
Ma esiste un modo per tornare a ragionare sulla sua realizzazione, individuando modalità di gestione e tracciato più idonei? Forse sì, ed è legato agli esiti della gara per la concessione del sistema autostradale tangenziale torinese, per cui il Consiglio di Stato ha escluso i vincitori, di fatto assegnando la gestione all’unica altra società partecipante al bando. Nel caso in cui il MIT, a fronte di un’offerta economica da parte dei secondi classificati che si stima inferiore per almeno 800 milioni, decidesse di non procedere all’aggiudicazione vera e propria si aprirebbe la strada per l’indizione di una nuova gara. E in un’ipotesi del genere, nel nuovo bando si potrebbe prevedere di includere fra le opere da garantire in cambio della concessione pluriennale proprio la chiusura dell’anello tangenziale di Torino, andando a riprendere un discorso che si è interrotto ormai troppi anni fa.
Insomma, un modo per passare finalmente dal già citato libro dei sogni ad una realtà di ripartenza per l’economia del nostro Piemonte.