Giornata internazionale contro il femminicidio, una riflessione
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Centoquattro.
Questo è il numero di donne uccise in Italia dal primo gennaio a oggi. 82 nei primi nove mesi dell’anno – di cui 71 in ambito familiare –, contro i 90 nello stesso arco di tempo del 2021.
Non è un calo: sono 82 vittime di troppo. 82 vite che la nostra società ha perso perché quasi sempre la violenza si annida dove meno te l’aspetteresti, in famiglia e tra gli affetti.
Non solo femminicidi: rispetto al 2021, sono aumentate le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e le lesioni con sfregio permanente al viso, ma diminuiti i reati di induzione al matrimonio e di revenge porn.
È quanto emerge dal Report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne” della Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
Questo nel nostro Paese, in altre zone del mondo il quadro della violenza sulle donne è ancora più agghiacciante. Questi dati devono bastare e avanzare per stimolarci, tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini, ad agire per prevenire e denunciare.
Il contributo che ognuno può dare può sembrare minimo, insieme però possiamo salvare vite ed evitare ferite indelebili.