Approvata la riforma fiscale, una legge (delega) che riduce le tasse esemplifica la vita a cittadini e imprese

Riduzione fiscale, perché in Italia chi produce e genera valore aggiunto per la comunità nazionale paga ancora troppe tasse. Detassazione della tredicesima e dei premi di risultato, perché da anni abbiamo un problema di produttività stagnante rispetto alle economie più dinamiche.

Semplificazione, perché gli adempimenti tributari devono essere facili e immediati per tutti, sia per chi paga, sia per chi controlla. In generale, un fisco non vessatorio ma collaborativo. Che aumenta il gettito attraverso la crescita economica. Sono i principi liberali che hanno caratterizzato il centrodestra italiano, fin dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Sono i principi per cui è giusto impegnarsi, dal mio punto di vista oggi come allora, e che ritrovo nella Legge delega per la riforma fiscale, approvata definitivamente oggi (venerdì 4 agosto) in terza lettura alla Camera dei Deputati.

Un provvedimento frutto di un lavoro proficuo dei due rami del Parlamento, giunto a conclusione entro il primo anno di legislatura: ciò è stato possibile grazie ad una maggioranza coesa e forte di un mandato popolare chiaro, affidato dagli Italiani il 25 settembre scorso. Elemento, quest’ultimo, che purtroppo era mancato in occasione del precedente tentativo di riforma del fisco messo in atto dal Governo Draghi, che dopo l’approvazione alla Camera si era arenato e non era giunto a conclusione, sia per l’eterogeneità dell’allora maggioranza, sia per la fine anticipata della Legislatura.


Ora la palla passa al Governo, che con i decreti attuativi dovrà dare concretezza a quanto indicato dalla Legge delega. Un percorso da portare avanti con decisione anche in vista della Legge di Bilancio per il prossimo triennio, dove bisognerà iniziare con la riduzione delle aliquote Irpef, processo già avviato dal Governo Draghi che le aveva ridotte da cinque a quattro con la legge di bilancio 2021.

Il progetto di riforma prevede che le aliquote vengano rimodulate riducendo anche gli scaglioni di reddito da quattro a tre, con una parallela riorganizzazione del sistema di deduzioni e detrazioni, in un quadro di tutela fiscale che dovrà tenere conto della composizione del nucleo familiare (in particolare quelli in cui sia presente una persona con disabilità) e dei costi sostenuti per la crescita dei figli, della tutela della casa di proprietà o in locazione, della salute delle persone, dell’istruzione e della previdenza complementare.

Un tema, quest’ultimo, che mi sta particolarmente a cuore perché guarda al futuro delle nuove generazioni.