Cashback, esperimento fallito. Basta con i microbonus
Con la fine del periodo sperimentale, iniziato l’8 dicembre scorso e concluso con l’ultimo giorno dell’anno, possiamo fare un primo bilancio del cosiddetto “extra cashback di Natale”. Una misura che l’attuale Presidente del Consiglio aveva illustrato con grande enfasi e con tanto di slide dedicata durante la conferenza stampa del 3 dicembre scorso e che, nelle intenzioni del Governo, avrebbe dovuto rappresentare un modo per favorire i consumi interni presso le attività del nostro commercio di vicinato, pesantemente colpite dalle restrizioni del primo e del secondo lockdown.
E qual è stato il risultato? Se, da un lato, la spesa degli italiani nel periodo natalizio ha segnato un crollo, con una contrazione di circa 2 miliardi rispetto all’anno precedente secondo i dati del Codacons (-20%), dall’altro lato i circa 5,8 milioni di italiani che hanno attivato il cashback tramite l’app IO avranno in media poco più di 35 euro di rimborso sugli acquisti effettuati in questo periodo. Ciò in virtù della copertura di bilancio prevista dal Governo per tale misura, circa 228 milioni di euro per il 2020. Una dotazione finanziaria che, come chiaramente indicato nel decreto attuativo, non potrà essere superata, con la conseguente riduzione proporzionale del rimborso spettante ad ogni cittadino per gli acquisti effettuati nel dicembre dell’anno scorso. Altro che i 150 euro a persona promessi!
Insomma, se il duplice obiettivo era sostenere il commercio tradizionale e, attraverso un meccanismo che ricorda molto vagamente il “contrasto di interessi” in vigore in altri Stati, favorire i consumatori, allora abbiamo già chiaro l’esito: non raggiunto. E visto che tale provvedimento sarà in vigore ancora per un altro anno e mezzo fino alla fine del primo semestre 2022, con una dotazione finanziaria di ulteriori 4,1 miliardi, addirittura e in modo del tutto inopportuno proveniente dalle risorse del Recovery Fund, la lettura attenta di questi primi indicatori di risultato consiglia di abbandonare una volta per tutte le logica dei microbonus che hanno già dimostrato la propria inefficacia, impiegando risorse così ingenti per misure strutturali e che abbiano davvero un impatto sull’economia reale del nostro Paese, a cominciare da un non più rinviabile taglio delle tasse per imprese e famiglie.