Dal Governo Monti in poi, in Italia è crollato il mercato immobiliare, mentre le tasse patrimoniali sono salite alle stelle. E viceversa
Secondo Confedilizia, la perdita di valore delle abitazioni degli italiani dal 2011 ad oggi è arrivata alla cifra-monstre di 1300 miliardi di euro. A fronte di ciò, la sola tassazione sul patrimonio, e ciòè IMU e TASI, è salita fino a 21 miliardi annui, senza considerare le imposte sul reddito e di registro, che generano un gettito di pari entità: insomma, una patrimoniale-salasso che ha contribuito in maniera determinante al crollo del mercato immobiliare.
Mi trovo, dunque, pienamente d’accordo con il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, quando boccia senza mezzi termini l’ipotesi di accorpamento di IMU e TASI che il Governo giallorosso ha inserito nella manovra di bilancio per il prossimo triennio. Intanto perché si prevede un aumento dell’aliquota di base, che passa dal 4 al 5 per mille per le abitazioni principali e dal 7,6 all’8,6 per mille per gli altri immobili; poi, perché scompare qualsiasi collegamento con i servizi pubblici resi dai Comuni, scaricando sui proprietari l’intera copertura dei relativi costi; quindi, perché addirittura viene concessa un’aliquota massima più alta, pari all’11,4 per mille rispetto al 10,6 per mille, a circa 300 Comuni italiani, fra cui Roma e Milano, introducendo un palese vizio costituzionale; infine, perché non vi è alcun intervento a favore dei proprietari di quegli immobili sfitti da tempo per assenza di inquilini o di acquirenti e oggi gravati da tasse e costi di mantenimento sempre più insostenibili.
Insomma, il governo delle quattro sinistre, in assoluta continuità con i governi che da Monti in poi hanno reso sempre più gravoso il carico fiscale sul patrimonio immobiliare, continua a considerare la casa degli italiani come il proprio bancomat, senza prevedere shock positivi in grado di far finalmente ripartire il mercato”.