E’ urgente mettere in campo un “pacchetto-auto”, per frenare il crollo delle nuove immatricolazioni nel 2020
Nei giorni scorsi abbiamo purtroppo dovuto prendere atto di come il mercato dell’auto abbia registrato nell’aprile di quest’anno un crollo delle nuove immatricolazioni di circa il 97 % rispetto all’aprile dell’anno scorso. La stessa cosa è avvenuta a marzo, e i primi giorni di maggio stanno confermando questo drammatico trend: in quadro del genere, le stime a fine anno portano ad ipotizzare addirittura 500.000 immatricolazioni in meno rispetto al 2019. Un numero che, se venisse confermato, metterebbe una seria ipoteca sulla capacità del nostro tessuto industriale di reggere alla concorrenza straniera, con tutte le conseguenze negative in termini di (dis)occupazione che ciò porterebbe con sé. Il comparto automobilistico genera, infatti, il 10% del PIL del nostro Paese e conta circa 1.200.000 posti di lavoro, diretti ed indiretti; è caratterizzato da una filiera straordinaria di piccole e medie imprese, specie in Piemonte, che fonda la propria attività sulla fornitura ai produttori, sia italiani, sia esteri.
Nella cosiddetta “fase tre”, quella cioè della ricostruzione post-coronavirus, serviranno pertanto misure coraggiose, finalizzate al rinnovo del parco auto degli italiani, che oggi è fra i più obsoleti a livello europeo. E’ necessario che il Governo metta subito in campo un vero e proprio “pacchetto-auto” che preveda, da un lato, significativi incentivi alla rottamazione da sommare a quelli delle case automobilistiche e, dall’altro lato, interventi di natura fiscale, come l’abolizione dell’IPT e l’esenzione pluriennale della tassa di circolazione per chi acquisti veicoli con motorizzazione elettrica, ibrida o tradizionale a basso impatto ambientale; nonché, per quanto riguarda il sempre più importante mercato delle flotte aziendali, l’allineamento con gli altri Paesi europei sia dei termini di detraibilità dell’IVA, sia dell’entità della quota d’ammortamento.