DPCM 24 ottobre, provvedimento irrazionale che scava un solco profondo tra garantiti e non

Governare è sicuramente difficile. Ma non governare, perché alla prova dei fatti non se ne è capaci, è altamente dannoso.

Ed è del tutto evidente che il DPCM di oggi appartiene alla categoria del non saper governare. Quand’è che non si sa governare? Quando non si ha la capacità né la competenza necessarie e quando si assumono decisioni senza tener conto della realtà dei fatti.

Già nei mesi scorsi eravamo convinti che il Governo stesse temporeggiando, facendo finta di non conoscere le dinamiche epidemiologiche. Le biblioteche rimanevano chiuse, ristoranti, bar, teatri, cinema, palestre soggetti alle più ferree limitazioni, ma le aree cittadine delle movide completamente aperte e abbandonate alla confusione degli assembramenti. Per non dire dell’assenza di controlli sui mezzi di trasporto pubblico stipati di viaggiatori, né di alcuna ipotesi di potenziamento di questo servizio, magari coinvolgendo le realtà del trasporto privato non di linea.

Non curarsi della realtà significa pensare che l’Italia sia tutta un’immensa ZTL di Roma, Napoli, Milano o Torino. Significa non distinguere tra il centro delle città e i paesi, dove i bar, per numero di frequentatori, non sono la stessa cosa. Significa ignorare che il 60% del territorio nazionale è fatto di quella che si usa chiamare “provincia”, dove gli affollamenti nessuno li ha mai visti. Significa non chiudere le metropolitane, ma serrare invece gli impianti sportivi. Significa far pagare direttamente ad alcune categorie come i lavoratori autonomi e i loro dipendenti – categorie di per sé già compresse e tartassate – la spesa sociale che riguarda tutti, anche chi finora non ha perso un euro del proprio reddito. Significa mandare in frantumi una società nazionale e un popolo, introducendo misure che allargano pericolosamente il solco tra garantiti e non.

Significa “raccomandare” di muoversi per motivi di lavoro, ma non per motivi di disoccupazione (come cerca lavoro uno che non ce l’ha o l’ha perso o lo sta perdendo? Con la forza della disperazione?).

Significa anche e soprattutto non aver utilizzato i mesi da marzo a ottobre per dotare le Regioni delle risorse finanziarie adeguate per potenziare il sistema sanitario nei grandi centri ospedalieri, quantomeno raddoppiando i posti per le terapie intensive, oppure per organizzare un sistema efficiente per il pagamento tempestivo della cassa integrazione a chi ne abbia diritto, eliminando l’inaccettabile ritardo che ancora caratterizza questa prestazione e che ha messo – e mette tuttora! – a dura prova i bilanci famigliari di troppi lavoratori.

E invece abbiamo continuato ad assistere per tutti questi mesi ad estenuanti e stucchevoli discussioni sulla necessità di garantire il distanziamento nelle aule scolastiche attraverso l’approvvigionamento di milioni di fantomatici “banchi a rotelle”, magari Made in China, con una scelta ed una conseguente spesa a carico del bilancio dello Stato che non trovano giustificazioni razionali.

Insomma, quando non si è capaci a governare, l’unica cosa che si sa fare veramente è preparare con molto scrupolo e senza scrupoli la prossima campagna elettorale!