Dichiarazione di voto in Aula – DL Fisco
Sono intervenuto in Aula alla Camera in rappresentanza del mio gruppo parlamentare per fare la dichiarazione di voto rispetto al Decreto Fisco. Di seguito, l’intervento integrale.
Intervento integrale
Grazie Presidente, Governo, onorevoli colleghe e colleghi,
ieri il nostro gruppo ha accordato il proprio voto di fiducia al decreto legge in esame, quindi non credo di fare una rivelazione se, già in premessa, confermo l’orientamento positivo anche per il voto finale.
Si tratta di un provvedimento (che riguarda interventi urgenti sul fisco, sul lavoro e su altri argomenti) che – è inutile nasconderlo – avremmo voluto migliorare, se ce ne fosse stata l’opportunità anche in questo ramo del Parlamento.
Purtroppo – ed è un fatto che non posso non sottolineare, ribadendo la posizione espressa ieri dalla collega Renata Polverini (nel corso della dichiarazione a nome del gruppo di Forza Italia sul voto di fiducia) – il decreto legge 146 del 21 ottobre scorso è arrivato qui “chiuso” ad ogni possibilità di modifica, anche stante l’imminente scadenza dei 60 giorni previsti per la sua conversione in legge.
Un monocameralismo “di fatto” che si ripresenta ormai con troppa frequenza e che, ahinoi, caratterizzerà anche l’iter della legge di bilancio, che ha assegnato nuovamente al Senato l’onere e l’onore di esaminare “in via esclusiva” il provvedimento principale con cui – in via previsionale – si destinano le risorse dei cittadini-contribuenti.
C’è, dunque, un tema di METODO che non intendiamo negare.
E poi ci sono alcune considerazioni di MERITO che Forza Italia ritiene di dover evidenziare: perché riguardano aspetti di questo decreto che sono di impatto per famiglie e imprese, e perché riteniamo giusto meritino un’attenzione e una SOLUZIONE già nell’accordo di maggioranza per la legge di bilancio. In particolare, per gli aspetti che riguardano il rapporto con l’erario, visto che a buon diritto possiamo rivendicare la primogenitura di aver messo la “questione fiscale” al primo posto della nostra agenda politica.
Il primo aspetto è l’annosa questione della proroga delle rottamazioni. I termini previsti all’articolo 1 per la cosiddetta Rottamazione-ter e per il saldo e stralcio delle rate in scadenza nel 2020 e nel 2021 sono insufficienti: si tratta di uno spostamento minimo (dal 30 novembre al 9 dicembre, di fatto in questi giorni), che non risolve il problema a milioni di contribuenti.
Forza Italia aveva chiesto la rimodulazione delle scadenze delle rate di rottamazione, la dilazione delle rate restanti, la previsione di una nuova rottamazione per le annualità 2018-2019, il prolungamento dei tempi per il pagamento spontaneo delle somme richieste con le cartelle di pagamento e l’estensione della rateizzazione per i piani di dilazione.
Attraverso un ordine del giorno (votato al Senato da tutti i Gruppi della maggioranza), si è ottenuto un impegno concreto del Governo attraverso la legge di bilancio, per far slittare i pagamenti delle scadenze fiscali ben oltre la mini proroga del 9 dicembre. Ne è stato approvato anche uno poco fa, molto dettagliato, che riferisce sulle gravi conseguenze cui possono incorrere i contribuenti in caso di mancato pagamento. Peraltro la proroga delle rottamazioni era stata legata alla durata dell’emergenza. Che a sua volta è stata prorogata fino a fine marzo.
Stupisce, a tal proposito, che da parte di alcuni settori della maggioranza si parli di rimettere in discussione l’accordo sul taglio del numero e di alcune aliquote IRPEF, interventi questi ultimi che per la prima volta vanno a vantaggio del ceto medio – aggiungo – in termini strutturali (non è un bonus, insomma), qualora si dovesse GIUSTAMENTE intervenire per dare ossigeno a quei contribuenti che vorrebbero risolvere le loro partite aperte col fisco ma non sono in condizione di farlo, dopo ormai due anni di grandi difficoltà lavorative e, quindi, di incassi!
Vi è poi l’articolo 3-bis, sul quale Forza Italia al Senato ha votato contro, che stabilisce l’inammissibilità dell’impugnazione degli estratti di ruolo e ne circoscrive i casi di diretta impugnazione. Si tratta di una disposizione che è stata duramente contestata dai professionisti di settore e che, secondo Forza Italia, contraddice il principio della leale collaborazione tra fisco e contribuente. Si RIAFFERMA, piuttosto, l’idea di un fisco ostile e vessatore. Sarà quindi uno dei temi che discuteremo anche nella delega fiscale, che è all’esame della nostra commissione Finanze proprio in queste settimane. Anche perché non è pensabile che l’obiettivo dell’attività di riscossione possa essere quello di ampliare ulteriormente l’ingente magazzino dei crediti fiscali del nostro erario, nel quale troviamo crediti ormai sostanzialmente inesigibili per circa 900 miliardi, e cioè il 90% del totale (400 per soggetti falliti, 300 relativi a crediti superiori a 10 anni, 60 per crediti unitari inferiori a 1000 euro, quindi con un costo-opportunità per il loro recupero nettamente sfavorevole, 140 in capo a persone decedute). Se l’obiettivo è recuperare gettito vero, si deve sostenere chi abbia davvero l’intenzione di rimettersi in carreggiata, dandogli però tutto il tempo e le opportunità necessarie per farlo. L’alternativa, in particolare per alcune piccole imprese – coinvolte, loro malgrado, da una ripresa repentina dell’attività di recupero – è chiudere e andare ad ingrossare le fila dei percettori di reddito di cittadinanza. Noi non siamo d’accordo.
Anche la previsione di introdurre l’IVA a carico del terzo pur non svolgendo alcuna attività commerciale, lo diciamo chiaramente, deve essere corretta nel primo provvedimento utile. Le associazioni di settore stanno già affrontando gli adempimenti per l’entrata in vigore del Registro unico del Terzo settore e hanno bisogno di certezze normative, non certo di misure che ne mettano a rischio la sopravvivenza. Aumentare la tassazione, gli adempimenti e, quindi, i costi agli enti no profit, alle associazioni senza fine di lucro e a tutti coloro che si prodigano per il prossimo, è sbagliato e controproducente.
Negativo, poi, il giudizio di Forza Italia sul depotenziamento della disciplina del Patent box contenuto nell’articolo 6. Le forze di maggioranza hanno chiesto al Governo di rivedere le novità sul regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di software protetti da copyright e brevetti industriali: anche in questo caso il Governo si è impegnato a riformulare la norma in legge di bilancio. Riteniamo infatti che le agevolazioni previste dalla prima versione del Patent Box vadano salvaguardate, perché favoriscono l’innovazione e implementano la ricerca e lo sviluppo. Non solo. Senza un intervento correttivo corriamo il rischio che il nostro know-how e le nostre eccellenze finiscano all’estero, dove le defiscalizzazioni per le misure relative al Patent Box e agli investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo saranno, da domani, più favorevoli rispetto all’Italia.
Quanto, infine, alla disciplina del contante, Forza Italia aveva chiesto la proroga della riduzione della soglia a 1000 euro, che scatta dal 1° gennaio 2022. Quasi unici in Europa, nonostante la stessa BCE ci ricordi come non si possa comprimere oltremodo l’uso del contante come mezzo di pagamento. Si è comunque ottenuto che questa soglia non scatti per i cambiavalute, riportandola a 3000 euro.
Su questi aspetti, dunque, Forza Italia continuerà la sua battaglia pro-contribuenti, sia al Senato con la Legge di bilancio, sia utilizzando altri provvedimenti legislativi che approderanno in Parlamento, a cominciare dal decreto “Milleproroghe”.
Tornando al decreto “fisco e lavoro”, vi sono comunque molteplici aspetti positivi, che provo a sintetizzare.
In tema di rapporti con il fisco, su proposta di Forza Italia, si proroga dal 30 novembre 2021 al 31 gennaio 2022 il termine per il versamento, senza sanzioni e interessi, dell’IRAP non versata e sospesa ai sensi dell’articolo 24 del decreto-legge c.d. Rilancio, che aveva disposto che le imprese con un volume di ricavi non superiore a 250 milioni e i lavoratori autonomi, non fossero tenuti al versamento del saldo dell’IRAP dovuta per il 2019 né della prima rata dell’acconto dell’IRAP dovuta per il 2020.
Si estende, poi, il termine per l’adempimento dei ruoli portandolo, per le cartelle notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021, da 60 a 180 giorni. Anche in questo caso si tratta di una proposta emendativa di Forza Italia, accolta in prima lettura, purtroppo solo in parte perché tale termine sarà applicabile agli avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle entrate, ma non agli accertamenti esecutivi e agli avvisi di addebito Inps.
Sempre su iniziativa del nostro gruppo, verrà concesso più tempo, fino al 16 gennaio 2022, per pagare gli avvisi bonari in scadenza tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020 che avrebbero dovuto essere effettuati entro il 16 settembre 2020 o, in caso di pagamento rateale, entro il 16 dicembre 2020, ma la cui riscossione è stata sospesa per la pandemia.
Forza Italia ha proposto e ottenuto il differimento dei termini relativi al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali, in favore delle federazioni sportive nazionali, degli enti di promozione sportiva e delle associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche. A tal fine, sono stati infatti rinviati i versamenti in scadenza dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021, da pagare in nove rate mensili a decorrere dal 31 marzo 2022.
Si interviene, poi, sulla disciplina del cosiddetto Patrimonio Destinato, estendendo al 30 giugno 2022 la possibilità di effettuare alcuni degli interventi previsti e ampliandone la tipologia a condizioni di mercato, anche con riferimento ai soggetti beneficiari. Lo avevamo chiesto già in sede di istituzione dello strumento e lo abbiamo ottenuto.
Sempre in tema di sostegno alle imprese, in questo caso quelle dell’automotive, si rifinanzia – con complessivi 100 milioni di euro per l’anno 2021 – il Fondo per l’incentivazione della mobilità a basse emissioni, sia per la concessione dei contributi (ecobonus) per l’acquisto di autoveicoli elettrici e ibridi (per 65 milioni di euro), sia dei contributi per l’acquisto di autoveicoli con fasce di emissioni superiori (10 milioni di euro), nonché per gli autoveicoli commerciali o speciali (20 milioni di euro), ed usati (5 milioni di euro). Tali somme sostengono un settore non da oggi particolarmente in difficoltà, anche per le politiche – che dovranno a nostro giudizio essere ridiscusse – finalizzate a superare definitivamente i motori ad alimentazione “tradizionale” entro il 2035. Pertanto riteniamo che la legge di bilancio per l’anno 2022 debba integrarne la dotazione finanziaria.
Si ripristina la norma del Codice della strada in materia di massa massima consentita nei trasporti su strada, i cosiddetti trasporti eccezionali, che era stata modificata dal decreto legge 121, provocando un forte aumento dei costi a carico degli operatori del settore.
In tema di IMU, si interviene sulle agevolazioni per l’abitazione principale nell’ipotesi in cui i componenti del medesimo nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, sancendo che l’agevolazione spetta comunque ALMENO per un immobile del nucleo familiare: ciò per scongiurare l’impostazione della Cassazione che riteneva INVECE non applicabile in nessun caso l’esenzione in caso di residenza diversa dei coniugi non legalmente separati.
Si introducono misure per il risanamento del Servizio sanitario della Regione Calabria, autorizzando un contributo pari a 60 milioni di euro per il biennio 2024-2025, e prevedendo una serie di assunzioni a supporto del Commissario ad acta – cioè il Presidente stesso – per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari, nonché disposizioni di semplificazione e accelerazione delle attività per le città di Brescia e Bergamo, designate “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2023, in particolare per quanto riguarda la manutenzione di immobili dello Stato a ciò destinati.
Infine, si incrementa di 6 miliardi di euro annui, a decorrere dal 2022, il Fondo per l’assegno universale e per i servizi alla famiglia.
Come dicevo all’inizio, noi di Forza Italia voteremo questo provvedimento. Lo faremo perché sappiamo stare in maggioranza (anche se non è la maggioranza di centrodestra che vorremmo e che lavoreremo per ottenere), per senso di responsabilità, quello stesso senso di responsabilità che ci ha portato a sostenere, per primi ad inizio di quest’anno, la necessità di un Governo di unità nazionale in un momento drammatico per il nostro Paese dal punto di vista sanitario, economico e sociale, e lo facciamo perché ci auguriamo che questo sia l’ultimo provvedimento di carattere economico dettato dall’urgenza e dall’emergenza e che si possa finalmente tornare a programmare per il futuro:
- con il corretto impiego in termini di investimenti delle importanti risorse finanziarie del PNRR,
- con l’utilizzo pro-crescita dell’ingente risparmio degli italiani (cresciuto di ulteriori 123 miliardi nel primo semestre 2021, come ci segnala proprio oggi uno studio di Intesa Sanpaolo e del Centro Einaudi di Torino, sebbene il numero delle persone in grado di risparmiare sia diminuito, dal 55,1% al 48,6%), utilizzando la leva fiscale;
- con interventi capaci di aprire il mercato dei servizi pubblici locali, come il decreto Concorrenza, e di aumentare in termini assoluti il numero dei lavoratori, oggi 23 milioni, un numero sensibilmente inferiore a Stati assimilabili per popolazione come Francia e Gran Bretagna;
- con una Legge di bilancio che sia capace di mantenere anche per il prossimo anno il tasso di crescita economica che ha caratterizzato il 2021, superando il rimbalzo tecnico del 6,3% post caduta del PIL del 2020, consolidandolo per il 2022 e per gli anni successivi, e avviando così l’Italia ad essere nuovamente fra le economie trainanti del nostro continente, in modo stabile e non occasionale.
Con questi auspici, che sono i nostri obiettivi da forza di Governo quale siamo, esprimo il voto favorevole del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.
Grazie