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Siamo veramente preparati a fronteggiare le emergenze?

Sincronizzate gli orologi, come si dice nei film di spionaggio. Giovedì prossimo (14 settembre) alle 12 su tutti i nostri smartphone arriverà un SMS che notifica un “avviso di emergenza”. Nessun allarme vero, è solo una prova di IT-Alert, nuovo sistema che il Dipartimento della Protezione Civile sta sviluppando per inviare un allarme alla popolazione di una determinata area in caso di emergenza.

Il messaggio arriverà in tutto il Piemonte, ma possiamo star tranquilli, i nostri dati non vengono trattati in alcun modo: gli SMS vengono inviati con il sistema cell-broadcast, raggiungendo quindi tutti i dispositivi mobile connessi alle celle delle reti degli operatori telefonici.

È un servizio importante, che aiuterà la popolazione ad assumere comportamenti corretti durante le emergenze: purtroppo, imprudenze e superficialità (come filmare un fiume che si sta ingrossando, vedi i recenti esempi di Bardonecchia) aumentano in modo considerevole le vittime delle calamità naturali.


Un po’ di numeri, come sempre, per capire di cosa parliamo: secondo il Rapporto Sigma 2022, “nell’ultimo decennio gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui piogge intense, grandine e trombe d’aria, sono più che quadruplicati, passando da 348 eventi nel 2011 a 1.602 nel 2021. In totale, tra il 2013 e il 2022 le catastrofi naturali (terremoti, frane, alluvioni, siccità ecc.) hanno provocato danni in Italia per un ammontare complessivo di 37 miliardi di dollari”. Di questi, solo 5 miliardi di dollari erano assicurati: in Italia manca una sana diffusione della cultura dell’assicurazione contro le calamità naturali, come nei paesi avanzati in cui non si pensa che lo Stato debba sempre provvedere “dalla culla alla tomba”.


Comunque, il contenimento dei danni – quello in vite umane è sicuramente il danno più importante, anche se non rientra nei “costi economici” – è una delle tattiche da adottare ad emergenza in atto, ma non certo la strategia che permette di affrontare il problema, ovvero la prevenzione.

Faccio notare che la Commissione europea quantifica che ogni euro speso in prevenzione permette di ridurre di almeno 4 euro i costi legati all’emergenza, alla ricostruzione e al risarcimento dei disastri dovuti alle calamità naturali.


Servirebbe una riflessione approfondita, che mi riprometto di sviluppare nelle prossime puntate. Mi limito a riportare una pagina tratta niente meno che dal sito www.governo.it, aggiornata l’11 maggio 2023: “Al fine di dare attuazione alla Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (SNAC), approvata con decreto direttoriale n. 86 del 16 giugno 2015 dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stata avviata l’elaborazione del Piano nazionale di adattamento (PNACC). (…) Il Piano è attualmente sottoposto a procedimento di VAS”. Guardate le date: decreto del 2015, valutazione ambientale strategica ancora in corso nel 2023.