Imu, il tassametro gira… oltre al danno, la beffa
Domani scade il termine per il pagamento del saldo dell’IMU, un’imposta patrimoniale che grava sulle spalle dei proprietari di case, negozi, box, aree edificabili, capannoni e terreni per circa 22 miliardi annui e che rappresenta uno dei motivi principali del crollo del mercato e dei valori immobiliari degli ultimi anni nella quasi totalità dei Comuni italiani.
Un’imposta particolarmente impattante per le tasche degli italiani che hanno investito i propri risparmi nel mattone, specie in un anno particolare come quello in corso. Nel 2020, infatti, agli immobili da tempo sfitti per assenza di inquilini o vuoti in mancanza di acquirenti si sono aggiunti quelli che erano stati adibiti per la locazione dei turisti e degli studenti fuori sede, che la pandemia ha reso inutilizzabili e la cui rendita si è azzerata. Senza considerare quelle che il Governo ha definito in modo improprio ‘seconde case’, che sono rimaste inaccessibili ai loro legittimi proprietari per decreto, sia nel primo, sia nell’attuale lockdown, perché fuori dal territorio regionale. E che addirittura non potranno essere raggiunte, se Conte e i suoi Ministri cambieranno ancora idea per le festività natalizie, neppure nel caso siano situate all’interno della stessa Regione, ma fuori dal Comune di residenza. Per questi immobili, oltre alla tariffa rifiuti da pagare, pur non avendo, di fatto, usufruito di alcun servizio quest’anno, anche l’IMU ‘piena’.
Insomma, la realtà è che il tassametro a carico degli italiani continua a girare inesorabile, senza la previsione di alcuno sgravio per chi, a causa delle scelte del Governo Conte spacciate per misure per il contenimento della diffusione del virus cinese, non può usufruire di un proprio bene, spesso acquistato al prezzo di enormi sacrifici. La classica beffa, oltre al danno.