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L’8 marzo è la Giornata internazionale dei diritti delle Donne

L’8 marzo non è la Festa della Donna. È la Giornata internazionale dei diritti delle Donne, che è ben diverso.

Una ricorrenza che da oltre un secolo ricorda la lotta portata avanti per la conquista di diritti universali, per l’emancipazione, per la parità di genere. Ma anche contro la violenza, le molestie e gli abusi, che ad oggi presentano ancora numeri talmente alti da necessitare di una giornata di sensibilizzazione a sé, il 25 novembre.

Che dopo tutti questi anni ci sia ancora bisogno di una giornata per ricordarci dei diritti delle donne è già di per sé un motivo di riflessione, soprattutto perché finisce per diventare una giornata in cui riempirsi di belle parole (tanto da confonderla con una “festa”, appunto), quando la quotidianità ci racconta una realtà da stravolgere, sotto ogni punto di vista.

Qui, dove i dati ISTAT ci ricordano che l’occupazione è in calo per le donne. E che il 29,9% di loro ha un contratto part-time, certamente non solo per scelta.

O in altre zone del mondo, dove le donne subiscono la violazione sistematica dei propri diritti individuali: e penso alla situazione in cui vivono in Iran, dove proseguono le proteste iniziate lo scorso settembre dopo che la giovane Masha Amini è stata giustiziata per non aver indossato il velo; o in Afghanistan, dove il regime dei talebani è tornato a imporre privazioni e divieti inaccettabili e indegni di uno Stato civile.

È su questo che dobbiamo lavorare affinché un giorno, spero non lontano, non ci sia più bisogno di celebrare un 8 marzo.