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Caro-affitti, dalla protesta alla proposta

La settimana che si sta concludendo si aperta con l’iniziativa plateale della studentessa che ha piantato la tenda davanti al Politecnico di Milano per protestare contro il caro-affitti. Un fatto che ha scatenato una polemica sui costi che devono sostenere gli studenti fuorisede, e che si è allargata anche ad altre città universitarie italiane, compresa Torino.

Il costo della vita a Milano è al centro del dibattito da molto tempo, ma sono tanti i punti che dobbiamo tenere in considerazione, se vogliamo andare oltre la polemica sterile e cercare soluzioni a un problema reale: questo dovrebbe essere (e purtroppo non sempre è) il compito della politica.


Prima di tutto, il trasporto pubblico in Lombardia, specie per quanto riguarda il servizio ferroviario, è tra i più efficienti e capillari d’Italia: parliamo della Regione che spende di più a livello nazionale per questa voce di spesa, aggiungendo di tasca propria il 30% (circa 230 milioni di euro) di quanto riceve dal Fondo Nazionale Trasporti. In Piemonte il discorso è simile, con risorse regionali, aggiuntive rispetto alla quota ripartita del fondo nazionale, che raggiungono da qualche anno entità sempre più significative. Tornando a Milano, la rete dei trasporti pubblici consentirebbe di vivere nella periferia o nell’hinterland della città metropolitana, dove gli affitti sono meno cari, riuscendo a raggiungere comodamente la sede universitaria o lavorativa. Il trasporto pubblico va comunque migliorato e incentivato, con interventi strategici come la linea 2 della metropolitana, ma anche con interventi puntuali, come l’eliminazione delle sovrapposizioni tra bus e treni sulle stesse tratte e il potenziamento delle frequenze nelle ore di punta.


Poi, il canone d’affitto per gli studenti è già una delle voci detraibili dalla dichiarazione dei redditi, ma attualmente se ne può detrarre il 19% fino ad un massimo di 500 euro complessivi. Una proposta, che si potrebbe inserire già nella riforma tributaria portata avanti dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, è quella di passare dalla detrazione parziale alla deduzione totale delle spese sostenute per l’affitto dagli studenti universitari, magari introducendo un meccanismo premiale per chi supera gli esami per ogni anno di corso e, infine, consegue la laurea. Un meccanismo che premia il merito, oltre a tenere conto delle condizioni economiche di partenza, è quello delle borse di studio: recentemente la Regione Piemonte ha raddoppiato le cifre stanziate, da 40 a 80 milioni di euro, per iniziativa dell’Assessore di Fratelli d’Italia Elena Chiorino: avanti così!


Non solo: è necessario che le città universitarie promuovano un grande piano di recupero di spazi attualmente in disuso, destinandoli all’housing universitario (come ha fatto la città di Torino con sette palazzine del Moi), attivando anche investimenti privati attraverso le forme di partenariato pubblico-privato. Il Ministro dell’Università Anna Maria Bernini, oltretutto, ha affermato che il Governo ha già iniziato a muoversi in questa direzione, stanziando 400 milioni di euro in Legge di Bilancio extra PNRR per ottenere nuovi posti letto per gli studenti (con il solo PNRR si prevede di realizzare 60mila posti aggiuntivi).


Insomma, nessuno nega che il problema del caro-affitti sia reale, ma è altrettanto vero che le soluzioni non sono solo un’utopia. Occupiamocene.