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Mandato ai sindaci da La Nuova Periferia del 14 febbraio

Due terzi dei Comuni al voto. Un po’ di più se si prende come riferimento l’intero territorio regionale, un po’ di meno se si considerano i soli Comuni appartenenti alla Città Metropolitana di Torino. In numeri: 800 (su 1180) in Piemonte, di cui 204 (su 312) nella provincia torinese. Insomma, si tratta di un turno elettorale che modificherà o confermerà gran parte delle amministrazioni locali, alcune anche nel chivassese e nella collina del Monferrato torinese.

Peccato, però, che finora si sia parlato prevalentemente di elezioni europee e, qui da noi, di regionali. Saranno i “faccioni” spuntati dal nulla e con largo anticipo sui manifesti a pagamento, chissà… E’ comunque un’attenzione giustificata, viste l’importanza e l’impatto sulle nostre vite delle Istituzioni europea e piemontese. Si pensi al dibattito in corso a livello comunitario sui costi della transizione ecologica che gravano su alcuni comparti strategici per la nostra economia nazionale – automotive e agricoltura su tutti – o sul livello dei servizi pubblici di competenza della programmazione regionale, a cominciare da sanità e trasporti. Argomenti che toccano la nostra quotidianità e che meritano un’attenzione particolare da parte dei cittadini-contribuenti-elettori. Avremo modo di occuparcene.

Oggi però vale la pena approfondire gli impatti che le novità legislative in materia elettorale avranno sui Comuni del nostro territorio, da Brandizzo a Brozolo, da Caluso a Torrazza, da Montanaro a San Sebastiano, solo per citarne alcuni. Sì, perché il Decreto Legge 29 gennaio 2024, n. 7 ha introdotto alcune modifiche, sia temporanee, con il voto in due giornate, e cioè sabato pomeriggio 8 (dalle 14 alle 22) e domenica 9 giugno (dalle 7 alle 23); sia definitive, con l’abolizione dei limiti di mandato per i sindaci di Comuni sotto i 5.000 abitanti e la possibilità di un terzo mandato consecutivo per i sindaci di realtà fra i 5 e i 15 mila abitanti.

In particolare, l’abolizione del limite dei mandati ha già sensibilmente modificato il quadro sul nostro territorio, con sindaci in carica che fino a qualche settimana fa sembravano fuori gioco e che oggi tornano in campo; e con altri che “rischiano” di legare la propria esperienza amministrativa, e forse l’intera vita, al “loro” Comune.

Personalmente penso che il limite dei mandati non debba essere stabilito da una legge: da questo punto di vista, quindi, l’iniziativa del Governo Meloni è apprezzabile. Ritengo, al contrario, che il superamento o meno di quel limite si possa concretizzare in tre modi, direi in modo naturale: il primo, e cioè con la scelta degli elettori di affidare o togliere la fiducia attraverso il proprio voto; il secondo, con il coinvolgimento di sempre nuove persone – giovani e non solo – nell’amministrazione della propria comunità, attraverso un lavoro di formazione che, a titolo di esempio, giusto un anno fa abbiamo tentato di offrire al chivassese con il corso organizzato da Obiettivo Piemonte; il terzo, infine, con la legittima ambizione degli stessi primi cittadini in carica di misurarsi con nuove responsabilità, di respiro almeno sovracomunale.