Emergenza Covid, ecco perché ho aderito alla petizione di Lettera 150 e della Fondazione Hume
Nei giorni scorsi ho sottoscritto la petizione “Un decalogo per salvare l’Italia” della Fondazione Hume e di Lettera 150, perché ritengo si tratti di una proposta illuminante per orientare l’azione istituzionale nell’emergenza Covid.
Luca Ricolfi e Giuseppe Valditara l’hanno presentata giustamente come un’ “operazione verità”, perché la verità non è qualcosa di astratto: è la coerenza tra le parole e i fatti, tra ciò che accade e ciò che si comunica, tra quel che si promette e quel che si mantiene. Coerenza che è venuta a mancare a più riprese, dall’inizio della pandemia ad oggi, nelle posizioni e nelle decisioni del Governo.
Perché, da marzo a ottobre, non ci si è concentrati sulle soluzioni in vista di una seconda, peraltro scontata, ondata di contagi? Perché non si è mantenuta la promessa di creare 3.500 nuovi posti di terapia intensiva? Perché non si è rafforzata la rete dei trasporti locali? Perché non sono stati istituiti i Covid-hotel per ospitare la quarantena dei positivi, preservando dal pericolo di contagio i familiari conviventi? Perché le scuole non sono state dotate di regole e dispositivi di sicurezza, così come dei docenti e degli operatori necessari?
Non lo dico in modo pregiudiziale, perché – come ha giustamente sottolineato il Presidente Berlusconi nei giorni scorsi – noi di Forza Italia siamo consapevoli (e rispettosi) delle difficoltà oggettive di chi riveste ruoli di responsabilità diretta. Però, è inammissibile che il Governo abbia trascurato quella specifica azione di coordinamento delle istituzioni regionali e locali, che la Costituzione gli assegna proprio per fronteggiare situazioni come quella attuale, come ben chiarito dall’articolo 117 in materia di legislazione esclusiva da parte dello Stato.
Ed è allarmante che i dati e le informazioni, utilizzati per le chiusure diversificate delle Regioni, siano stati raccolti in modo scoordinato e comunicati in ritardo. Non esiste un database nazionale di pubblica consultazione? E cosa si aspetta per farlo? Senza un politica più organizzata e trasparente, non si può aspirare a risultati apprezzabili.