Emergenza economica, al Governo chiediamo interventi per i lavoratori autonomi, professionisti e partite IVA

L’emergenza Coronavirus sta danneggiando profondamente l’intero tessuto economico del nostro Paese e il Governo ha il dovere di identificare tutte le misure necessarie per tutelare tutti i lavoratori, a cominciare di chi è più esposto come gli autonomi e le partite IVA. Per questo ritengo necessaria la sospensione di tutti i versamenti e adempimenti tributari, contributivi e assistenziali, compresi quelli relativi ai tributi locali, prevedendo da subito l’annullamento di sanzioni e interessi.

In più, per tentare di contenere un’emergenza economica di tale portata si devono sospendere per tutti i contribuenti i pagamenti delle cartelle emesse dagli agenti di riscossione, compresi quelli collegati alle definizioni agevolate, nonché la riscossione coattiva, prevedendo un’ulteriore dilazione della rateazione dei pagamenti delle somme dovute all’erario a seguito di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Inoltre, è fondamentale che il Governo si impegni a salvare le imprese dalla drammatica crisi di liquidità che stanno vivendo adesso e dalle difficoltà cui inevitabilmente dovranno far fronte quando potranno tornare ad operare a pieno regime, perché senza impresa non c’è lavoro.

Pertanto, bene la proposta dell’Ordine dei Commercialisti di ridurre del 50% la base imponibile dell’IMU per tutti i fabbricati utilizzati dalle imprese che svolgono attività che abbiano subito limitazioni a seguito dei provvedimenti dell’autorità pubblica per l’emergenza sanitaria, cui però vanno affiancati altri interventi che noi di Forza Italia chiediamo da tempo, come l’eliminazione di plastic e sugar tax, un intervento di modifica alla disciplina degli indici sintetici di affidabilità e la previsione di una modalità agile e semplice per gli adempimenti relativi agli interventi di ristoro economico per gli operatori e per i lavoratori che verranno messi in campo dalle Istituzioni.

Coronavirus, per l’emergenza economica usiamo l’avanzo primario del 2019

Per far fronte all’emergenza nell’economia reale del nostro Paese a seguito dell’emergenza sanitaria da coronavirus è evidente che i 7,5 miliardi di “flessibilità” da richiedere all’UE di cui parla il Governo italiano si configurano come un vero e proprio pannicello caldo.

Si tratta, invece, di mettere in campo risorse economiche in grado di sostenere il nostro tessuto industriale, le nostre piccole e medie imprese, i commercianti e gli artigiani, i liberi professionisti e i lavoratori dipendenti che rischiano di pagare il conto di una situazione imprevedibile quanto eccezionale.

Pochi giorni fa, l’ISTAT ha diffuso i dati relativi al PIL e all’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche nel triennio 2016-2019, in cui è emerso come il saldo primario (ovvero la differenza tra entrate e spese delle amministrazioni pubbliche, escluse le spese per interessi) per l’anno 2019 sia positivo e pari a 31.004 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil dell’1,7% (+1,5% nel 2018). Allo stesso tempo, il saldo di parte corrente (ovvero la differenza tra entrate correnti e uscite correnti delle AP) è risultato positivo e pari a 27.880 milioni di euro (16.071 milioni nel 2018). Tale miglioramento è il risultato di un aumento delle entrate correnti di circa 23,1 miliardi di euro, a fronte di un incremento delle uscite correnti di circa 11,3 miliardi.

Sono i dati migliori dal 2013 ad oggi.

Quei saldi positivi, ottenuti grazie allo sforzo dei contribuenti italiani (gravati, come sono, da una pressione tributaria oltre la media UE), potrebbero essere utilizzati subito e in via straordinaria per fronteggiare la crisi di liquidità che sta colpendo il nostro sistema economico nazionale.

Un grande paese come l’Italia, in cui il PIL dell’anno scorso ha raggiunto circa 1790 miliardi, deve poter utilizzare circa 30 miliardi di risorse dei nostri contribuenti per uscire da una crisi senza precedenti, con buona pace dell’Unione Europea.

Coronavirus, prorogare le scadenze degli adempimenti fiscali

Sospendere i termini e prorogare le scadenze fiscali e le sanzioni amministrative, nelle aree soggette alle misure speciali varate dal governo, fino al termine dell’emergenza coronavirus, che in queste giorni sta mettendo a dura prova le regioni italiane, a cominciare da Lombardia, Veneto, Friuli e Piemonte.
È quanto ci aspettiamo sia messo in campo da subito dall’attuale Governo per agevolare in questa fase critica i cittadini e le imprese del nostro Paese, che è quello – lo ricordo – con il maggiore numero di casi di contagio accertati nell’intera Unione Europea. Ed è ciò che, come partito, come gruppo parlamentare e come dipartimento Bilancio e Finanze di Forza Italia Piemonte abbiamo immediatamente proposto.

Emodinamica a Chivasso, per il nostro territorio una buona notizia

Per il nostro territorio, una buona notizia. Che merita un paio di considerazioni.

La prima, di merito, riguarda l’iter per arrivare fino ad oggi, con la riattivazione di un servizio atteso da troppo tempo e cui la Giunta guidata dal Presidente di Forza Italia Alberto Cirio, come promesso in campagna elettorale, ha dato attuazione in pochi mesi. Un atto di governo su cui si è registrata una compattezza determinata e determinante da parte dei rappresentanti delle Istituzioni sul nostro territorio, senza distinzione. Un bel passo in avanti rispetto, invece, all’epoca in cui l’Amministrazione comunale di Chivasso di centrodestra veniva accusata dalle allora minoranze di voler far attivare un macchinario per l’emodinamica, peraltro parcheggiato in ospedale da anni ma mai utilizzato, per finalità elettorali: accuse che ebbero addirittura strascichi giudiziari, poi finiti, giustamente, nel nulla. Questa volta si è stabilito un principio sacrosanto: fare squadra per il proprio territorio non solo è giusto, ma consente di ottenere risultati.

La seconda considerazione, infine, è di metodo. Chi ha organizzato la cerimonia odierna ha stabilito un secondo principio sacrosanto: le iniziative pubbliche sono riservate ai rappresentanti pro-tempore nelle Istituzioni che hanno competenze e responsabilità dirette nelle scelte effettuate. In questo caso, dunque, è stata azzeccata la scelta di non coinvolgere i Parlamentari eletti in questo territorio e attualmente in carica, perché – come si sa – l’organizzazione del servizio sanitario è di competenza dell’Amministrazione regionale tramite le Aziende Sanitarie Locali, sulla base degli indirizzi della Conferenza dei Sindaci. Personalmente, poi, anche da Amministratore comunale di questa zona, più che alle cerimonie, per natura sono molto più interessato alla cosiddetta execution e cioè agli indicatori di performance relativi al servizio reso alla popolazione: su questi aspetti, concentrerò la mia attenzione da oggi in avanti.

La flat tax per le partita IVA ha dato risultati positivi? Il Governo giallorossofucsia la elimina

Finalmente anche l’osservatorio sulle partite Iva del MEF certifica quanto noi di Forza Italia sosteniamo da sempre: con la flat tax si ottiene una semplificazione del rapporto con l’erario che fa aumentare la base imponibile e, di conseguenza, le entrate fiscali. E i dati del 2019, anno in cui ha visto la luce un primo timido esperimento di tassa piatta per le sole partite IVA fino a 65mila euro annui, sono lì a dimostrarlo. Peccato che il governo giallorossofucsia abbia deciso con la sua Legge di bilancio di smontare uno dei pochi provvedimenti economici del governo precedente capace di produrre benefici, facendo emergere ancora una volta la propria avversione al lavoro autonomo e dimostrando una sola grande capacità: quella di eliminare ciò che funziona.

Secondo i dati forniti dall’osservatorio del Ministero nel 2019 sono state aperte oltre mezzo milione di partite Iva, con un aumento molto rilevante rispetto all’anno precedente (+6,4%), proprio grazie al regime forfettario con l’aliquota agevolata al 15%. Delle 545.700 nuove partite IVA, infatti, 263.043 hanno sfruttato questa opportunità, segnando un + 34,5% rispetto al 2018. Ma i dati ci dicono anche che il 44,8% di esse sono state attivate da professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi under 35.

Numeri che, purtroppo, non potranno ripetersi nel 2020, quando le partite IVA dovranno fare i conti con modifiche al regime forfetario che, da un lato creeranno una nuova variazione di esodati, gli esodati della flat tax, e dall’altro lato non potranno che scoraggiare chi vorrebbe scommettere su se stesso con una nuova attività lavorativa autonoma. Con un esito scontato: più disoccupazione e meno entrate fiscali. Insomma, tafazzismo allo stato puro.

Dipartimento Bilancio e Finanze Forza Italia Piemonte, un incarico che mi onora

Ringrazio il Coordinatore di Forza Italia Piemonte on. Paolo Zangrillo per aver deciso di affidarmi la titolarità del dipartimento regionale Bilancio e Finanze del nostro Movimento. Si tratta di un incarico che mi onora, e che mi responsabilizza ulteriormente nel mio impegno politico, nazionale e locale: lo affronterò con la professionalità e la dedizione che merita, avendo come obiettivo quello di fornire al dibattito pubblico le proposte pro-contribuenti, per la semplificazione e la riduzione fiscale, e per un minor intervento statale nell’economia che costituiscono l’identità di Forza Italia.

A tal fine, anche in accordo con il responsabile nazionale sen. Gilberto Pichetto, formerò da subito un gruppo di lavoro composto da professionisti, docenti universitari, dirigenti e amministratori pubblici, che mi supporterà nella definizione delle best practices economico-finanziarie, da promuovere attraverso un’attività convegnistica e seminariale su tutto il territorio piemontese e da realizzare come “marchio di fabbrica” di Forza Italia nel governo degli Enti locali.

Spazzacorrotti, dalla Consulta il primo schiaffo a Bonafede e al suo partito

Ieri l’Avvocatura dello Stato ha clamorosamente sostenuto l’incostituzionalità dell’applicazione retroattiva della Legge cosiddetta Spazzacorrotti; oggi la Corte Costituzionale lo ha definitivamente stabilito, con una sentenza che non lascia spazio ad alcuna incertezza: le preclusioni previste dall’articolo 4 bis dell’Ordinamento penitenziario possono essere estese ai reati contro la pubblica amministrazione solo per i fatti commessi dopo, e non prima, dell’entrata in vigore di quella Legge fortemente voluta dal Ministro Bonafede e dal suo partito.

Viene, dunque, ristabilito un principio giuridico fondamentale, e cioè che l’applicazione di una norma in modo retroattivo viola l’articolo 25 della Costituzione.

A questo punto, chi ha proposto un provvedimento legislativo intriso del solito giustizialismo ossessivo dovrebbe avere da un lato l’umiltà di chiedere scusa a chi, dall’entrata in vigore della sua Legge nel gennaio 2019 ad oggi, è stato ingiustamente incarcerato; dall’altro lato, di vedersi imputato il danno erariale per ingiusta detenzione che lo Stato si troverà a dover fronteggiare per risarcire tutti coloro che, loro malgrado, hanno vissuto questa situazione.

Questo è il risultato di un’improvvisazione, di un’inadeguatezza e di un’ostinazione a proporre legge indifendibili sul piano giuridico e costituzionale, che noi come Forza Italia, in questo confortati da tanti autorevoli depositari della dottrina, abbiamo sempre denunciato.

Ed è solo il primo atto, perché nei prossimi giorni la stessa Consulta sarà chiamata a valutare l’equiparazione dei reati contro la PA con quelli di mafia e di terrorismo, contenuta nella stessa legge cosiddetta Spazzacorrotti: una cosa folle, frutto di un modo populista e demagogico di legiferare, che ci aspettiamo sia definitivamente cancellata.

Debiti PA, rispettare i tempi di pagamento. Ce lo chiede l’Europa

Secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea lo Stato italiano ha violato la Direttiva 2011/7/UE riguardante la lotta contro i ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, non avendo assicurato in questi anni il rispetto dei termini di 30 e 60 giorni naturali consecutivi previsti all’articolo 4.

Con questa sentenza si chiude una procedura di infrazione aperta nel 2017, sulla base di un monitoraggio in cui era emerso il ritardo nel pagamento delle fatture di imprese e professionisti che, a vario titolo, avevano lavorato per le Istituzioni pubbliche del nostro Paese.

E dire che a maggio scorso la Camera dei Deputati aveva approvato all’unanimità una mozione, cui Forza Italia aveva dato un impulso decisivo, essendo da sempre in prima fila su questo tema. Quella mozione, peraltro, era finalizzata proprio ad evitare l’esito odierno della procedura di infrazione, ma il Governo non ne ha dato attuazione.

Lo stesso Governo, che si dimostra molto solerte nell’alimentare la spesa assistenziale in deficit, non trova però il modo per migliorare le proprie performance ed evitare l’appellativo di “cattivo pagatore” nei confronti di aziende e partite IVA che prestano i propri servizi per le strutture pubbliche e che, a causa dei ritardi nel ricevere il proprio compenso, subiscono gravi ripercussioni nei loro bilanci. Con tutto ciò che ne consegue anche in termini di riduzione di investimenti, di perdita di posti di lavoro e di distruzione di valore economico.

L’osservanza dei tempi di pagamento nei confronti di chi fa impresa in Italia è doveroso, non perché ce lo chieda l’Europa, ma perché si tratta di operatori economici che rischiano in proprio e che chiedono solo che le pubbliche amministrazioni rispettino gli impegni presi nei loro confronti. Il Governo delle quattro sinistre si occupi di questo, e lo faccia in fretta.

Oftalmico di Torino, fermiamo lo spezzatino e torniamo all’integrità dei suoi servizi d’eccellenza

“La sanità privata non è Belzebù”, ha affermato l’Assessore regionale Icardi ieri a margine del dibattito sul tema in Consiglio regionale. Condivido totalmente e ritengo che la sua recente apertura ad un maggiore coinvolgimento del mondo privato nell’erogazione dei servizi sanitari alla cittadinanza sia da sostenere. Ciò, non per sostituire il servizio pubblico o per fare un favore a chicchessia. Ma per migliorare la sanità piemontese, già eccellente dal punto di vista delle prestazioni e del personale medico, introducendo finalmente elementi di efficacia e di efficienza organizzativi, che possono affermarsi solo attraverso una sana competizione.

Proprio quell’efficacia e quell’efficienza organizzativa che, ad esempio, è stata azzerata con la scellerata decisione della precedente Giunta regionale di centrosinistra di smembrare una struttura – guarda un po’! – pubblica, come l’Ospedale Oftalmico di Torino, uno dei più importanti centri per la terapia medica e chirurgica della retina, per i trapianti di cornea, per lo studio del glaucoma, per l’ortottica, per l’oncologia oculare e per le maculopatie rare oftalmologiche; ma soprattutto un’eccellenza italiana, riconosciuta anche a livello mondiale dalla World Association of Eye Hospitals (WAEH), al pari di altri famosi ospedali oculistici monospecialistici come il National Eye Centre di Singapore, l’ospedale Oftalmico di Rotterdam, il St. Eriks Eye Hospital di Stoccolma e il Moorfields Eye Hospital di Londra.

Quella fu una decisione assurda, soprattutto in presenza di una (allora) recente e completa ristrutturazione della struttura di via Juvarra, all’avanguardia sia per l’organizzazione degli spazi, sia per la sicurezza. Ristrutturazione che ha gravato per alcuni milioni di euro sul bilancio regionale e che, oggi, rischia di rappresentare uno spreco di risorse dei contribuenti.

All’integrità dell’Oftalmico, la sinistra ha invece opposto lo spezzatino delle attività, prima svolte in una sola sede, indirizzandole anche al San Giovanni Bosco e alla Città della Salute, e determinando così ulteriori costi per i lavori di adeguamento dei nuovi locali e per le nuove attrezzature.

A ciò, come era facilmente prevedibile, si è aggiunto il disagio arrecato ai cittadini, costretti a richiedere servizi e competenze in più presidi molto distanti tra loro. E, ultimo ma non meno importante, la “fuga” dei migliori primari nell’organico dell’Oftalmico verso le strutture private operanti in Città. Sono, infatti, numerosi i dirigenti medici di primo livello che, proprio negli ultimi tempi, hanno fatto domanda per trasferirsi altrove, come pure è emerso dal dibattito consiliare.

Se (anche) ciò avvenisse, sarebbe l’ennesimo depauperamento della sanità pubblica. Tuttavia, questo epilogo si può scongiurare evitando di lasciare l’Oftalmico in mezzo al guado: occorre intervenire subito per ripristinare l’integrità e l’unicità del presidio, tenendo fede alle promesse fatte in campagna elettorale.

Sono certo che il centrodestra che governa la Regione Piemonte e che si appresta a competere per la guida della Città di Torino saprà farsi carico di valorizzare una delle punte più avanzate della nostra sanità, mettendo fine a questa insostenibile situazione.

Un nostro emendamento al “Milleproroghe” per tutelare gli “esodati della flat tax”

Poichè il Governo giallo-rosso-fucsia con la Legge di bilancio 2020 è riuscito a creare altri 300.000 esodati, che potremmo definire gli “esodati della flat tax”, Forza Italia presenterà un emendamento pro-contribuenti al decreto Milleproroghe in discussione alla Camera, finalizzato a prorogare la possibilità per queste partite IVA individuali di avvalersi del regime forfetario al 15%, previsto nel 2019, anche nell’anno in corso.

In attesa che la questione possa essere risolta dall’Agenzia delle Entrate, magari con un’interpretazione di buon senso, in linea con quanto stabilito dallo Statuto dei diritti del contribuente abbiamo ritenuto importante intervenire in maniera tempestiva già nella legge di conversione del decreto: ciò con l’obiettivo di tutelare migliaia di lavoratori autonomi che vedrebbero lesi i loro diritti, a causa di una norma relativa al loro regime fiscale che è stata votata solo a fine dicembre dell’anno scorso e che, peraltro, sarà applicata anche al 2019, dunque con un effetto retroattivo inaccettabile.